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L’Università di Foggia non arresta la sua crescita: pubblicati i nuovi dati sullo status dell’Ateneo pugliese

L’Università di Foggia (Unifg) si riconferma per il terzo anno di fila tra gli Atenei di medie dimensioni, con oltre 12.000 iscrizioni: lo si evince dai dati della Classifica Censis delle Università italiane 2023-2024, appena pubblicata, contenente le statistiche generali sull’avanzamento del polo universitario foggiano. La squadra del Rettore pronta a promuovere questo trend positivo.

“Quest’anno dal Censis ci arrivano buone notizie: dati incoraggianti che ci parlano di sviluppo, crescita, ma anche di sfide che bisognerà accogliere e gestire, per consentire all’Università di Foggia di proseguire il proprio cammino nel migliore dei modi”. Sono queste le prime parole espresse dal Rettore dell’Università di Foggia, il professor Lorenzo Lo Muzio, in riferimento alla nuova classifica Censis (Centro Studi Investimenti Sociali) delle Università italiane. Lorenzo Lo Muzio, professore ordinario di Malattie Odontostomatologiche, è stato eletto Rettore dell’Unifg lo scorso 23 marzo. Il corso di studi da lui coordinato, quello in Odontoiatria e Protesi Dentaria, è indicato come primo nel Sud Italia e quarto a livello nazionale rispetto ai parametri della didattica erogata. “Il nostro Ateneo è giovane: ha appena 24 anni, l’età di molti dei suoi studenti. Questo aspetto è interessante, perché restituisce un’immagine di potenzialità. L’Università di Foggia ha diverse eccellenze, che vanno valorizzate, protette e incentivate. L’obiettivo principale della squadra di governo recentemente costituita è quello di preservare queste eccellenze, e trasformarle in esemplarità utili anche a risolvere le problematiche esistenti” aggiunge il Rettore, che ha presentato poche settimane fa il proprio team di Prorettori e Delegati, 26 in tutto tra docenti e ricercatori.

 

I dati del Censis offrono, in effetti, un quadro tendenzialmente positivo rispetto alla didattica dei corsi di laurea magistrale attivi presso l’Ateneo dauno: primo in Italia nel settore Educazione e Formazione, terzo in Italia (e primo nel Sud) sia per l’ambito agrario-forestale che per quello giuridico, quarto in Italia (e primo nel Sud) per l’area medico-sanitaria, e primo in Italia per quella economica. Si registrano ottimi risultati anche per la didattica delle lauree a ciclo unico: oltre al sopracitato primato del corso in Odontoiatria e Protesi Dentaria, Unifg conquista il primo posto nel Meridione per il corso di laurea in Giurisprudenza. Buone anche le quote relative alla didattica delle triennali: seste in Italia (e prime nel Sud) quelle di area educativo-formativa e motorio-sportive; settime in Italia (e prime nel Sud) quelle di area agrario-forestale; prime nel Sud per gli ambiti economico e medico-sanitario. Nonostante i parametri ottimistici, dall’analisi del Censis emergono anche aspetti critici, rispetto ai quali è necessario un intervento mirato del neonato team rettorale.

 

Rispetto allo scorso anno, diminuisce di 6 unità (da 91 a 85) il punteggio relativo alle borse di studio, che consentono una maggiore accessibilità di studentesse e studenti ai corsi di laurea; in negativo anche i numeri relativi ai servizi offerti dall’Ateneo, per i quali si riporta una decrescita di 4 punti percentuali (da 75 a 71) rispetto al 2022; migliorabile anche l’indicatore dell’occupabilità, fermo ai 70 punti su 100, che posizionano l’Unifg al terzultimo posto per quanto riguarda il post-lauream. Di contro, tuttavia, l’Ateneo pugliese porta a casa ottimi risultati per quanto riguarda comunicazione e servizi digitali (93/100), replicando il successo dello scorso anno, e internazionalizzazione (87/100), realizzando il quarto miglior punteggio a livello nazionale e il primo nel Meridione.

 

“Partiremo proprio da questi numeri per programmare le prossime azioni di governo” commenta Lo Muzio, parlando delle prospettive future dell’Unifg. “C’è soddisfazione per i risultati ottenuti finora, ma ancora tanto lavoro da fare: nel prossimo sessennio, lavoreremo intensamente per rinforzare le strutture più deboli del nostro Ateneo. Le statistiche nazionali, purtroppo, parlano di un incremento della disoccupazione giovanile” continua il Rettore, con riferimento ai primi dati di una recente indagine Istat, “ecco perché bisogna potenziare con ogni mezzo possibile il parametro dell’occupabilità, intrecciando rapporti nazionali e internazionali con aziende e istituzioni, aumentando la qualità della formazione e ricercando nuove figure professionali. Questi i presupposti per una riflessione programmatica che comincerà già nei prossimi giorni”.

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